Brucchi: «Se il Governo non rivede il Patto di stabilità mi dimetto»

TERAMO – «Se il Governo non rivede il patto di stabilità mi dimetto». E’ l’aut aut lanciato dal sindaco Maurizio Brucchi nel corso del Consiglio comunale di stamattina sull’assestamento di Bilancio. Una decisione, condivisa anche con gli altri sindaci dell’Anci, che dà la misura di quanto le casse dell’ente siano allo stremo. Il Consiglio ha approvato oggi l’assestamento di Bilancio che si basa, in sostanza, sulla copertura delle maggiori spese con delle economie effettuate sostanzialmente su due voci: il personale (spesa ridotta di 280 mila euro circa) e il sociale (60 mila euro in meno rispetto al previsto). Nel caso del sociale, però, non si tratta di tagli veri e propri, ma della decisione di rimandare l’affidamento di alcuni appalti. L’assestamento è passato con i soli voti della maggioranza: critico, in particolare, il Pd. Secondo il capogruppo Giovanni Cavallari infatti si tratta di un bilancio «senza anima politica, solo ragionieristico», l’esponente del Pd ha inoltre contestato le scarse risorse rimaste per le manutenzioni, 80 mila euro, e ha ricordato come oggi il Comune si trovi ad avere 1,8 milioni di debiti per mutui contratti dalla precedente amministrazione. Cavallari ha inoltre chiesto quante siano realmente le persone interessate dalle riduzioni dell’Imu. La polemica ha investito anche il capogruppo della lista civica Roberto Canzio, che ha offerto una serie di suggerimenti all’amministrazione su come poter risparmiare e aumentare le entrate. «E’ come – ha sottolineato Cavallari – se Canzio avesse bocciato il documento proposto dalla stessa maggioranza». Un’interpretazione che non è piaciuta né al consigliere della lista civica chiamato in causa, né all’assessore al Bilancio Alfonso Di Sabatino Martina, che ha risposto in maniera secca a Cavallari, «bocciando», è questo il termine utilizzato dal vicesindaco, tutti i punti contestati da Cavallari. In particolare l’assessore non ha gradito il riferimento all’Imu. «Le darò i dati appena li avrò – ha risposto a Cavallari – ma non mi piace che si insinui che noi abbiamo previsto apposta delle riduzioni che riguardano un numero esiguo di persone, perché non è vero». Al di là della querelle politica, resta la preoccupazione palpabile del sindaco Maurizio Brucchi e dell’assessore Di Sabatino Martina per gli ulteriori tagli governativi che il Comune dovrà affrontare a partire dal prossimo anno, quando nelle casse comunali entreranno 2,3 milioni in meno e, in più, ci si dovrà attenere al Patto di stabilità e alle nuove regole che impongono il pagamento delle ditte che eseguono lavori pubblici entro 30 giorni. «Non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini – ha detto Brucchi – ma non vorremmo neanche diminuire i servizi. Il Patto di stabilità va cambiato a tutti i costi». Parole a cui fanno eco quelle dell’assessore al Bilancio. «O rispettiamo il Patto – conclude – o paghiamo le imprese entro i 30 giorni, non ci sono molte alternative».